Vi lascio a tutti un breve articolo sulla riforma di Gaio Mario nell'esercito romano. Se siete curiosi o volete avere un'idea più precisa su questo, leggetelo!
Andrea D.C.
La riforma di Gaio Mario (107-101 a.C.)
Il servizio attivo permanente, che durava per i cittadini arruolati mediamente 6 anni, subiva un importante cambiamento in seguito alla riforma di Gaio Mario, quando lo Stato romano decise di assumersi l'onore di equipaggiare e rifornire le truppe legionarie, permettendo a tutti, compresi i nullatenenti, di arruolarsi. L'età minima era ora stabilita a 17 anni. I volontari che si arruolavano entravano a far parte di un esercito dotato di una disciplina ferrea, invidiato da molti stati mediterranei.
L'organizzazione interna subiva inoltre un cambiamento fondamentale: furono eliminate le divisioni precedenti tra hastati, principes e triarii, ed apparvero le prime truppe ausiliarie che presero strutturalmente il ruolo tattico dei velites, a supporto dei legionari. Si trattava di unità di fanteria leggera e/o di cavalleria. Tuttavia è da rilevare che le suddette storiche distinzioni restarono a lungo nella tradizione militare romana anche dopo la riforma mariana, senza avere un valore all'interno dell'organizzazione tattica.
Le legioni, divise già dai tempi di Scipione l'Africano in 10 coorti, erano ora numerate da I a X, e gli effettivi passarono a circa 4800 legionari (chiamati anche coortalii).
Non è certo se nel corso di questa riforma, o forse dal periodo imperiale, la prima coorte di ogni legione fu raddoppiata nel numero (1.000 circa, chiamata cohors milliaria, a differenza delle altre 9, quingenarie).
Si trattava della prima forma di un esercito di professionisti dove era abolita la coscrizione per censo, mentre i soldati veterani, che dall'esercito traevano quotidiano sostentamento, ottennero una pensione sotto forma di assegnazioni di terre nelle colonie e, più tardi, anche della cittadinanza romana.
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