Venerdì scorso in classe si è originata una discussione molto interessante sull´economia romana. Il punto era da dove ricavava il governo dell’antica Roma il denaro per fare le varie opere pubbliche, per poter così dare lavoro alle classi sociali più basse. Per portare avanti queste costruzioni era necessaria una certa quantità di denaro e proprio per chiarire i dubbi sorti dalla discussione vi lascio questo piccolo riassunto sull’economia dell’impero.
Andrea D.C.
Economia dell'impero romano
L'economia dell'impero romano era basata essenzialmente sulle conquiste militari: infatti con la loro conclusione, l'impero entra in un periodo di grave crisi.
Si raccolsero nell’Urbe decine di migliaia di antichi contadini combattenti che le guerre successive avevano privato della terra, ma che combattendo avevano confermato i propri diritti politici, tanto da essere in grado di vendere i propri voti in cambio, come predica l’antico adagio di “panem et circenses”.
Al tempo del proprio splendore Roma giunse ad importare 3,5 milioni di quintali di frumento, per l’epoca quantità astronomica. L'immensa quantità del frumento importato da Roma proveniva da una pluralità di province, Sicilia, Sardegna, province asiatiche e africane, ma il perno dell'approvvigionamento era costituito dall'Egitto, che soddisfaceva oltre metà del fabbisogno. Il decadimento dell'economia imperiale è parallelo alla progressiva decadenza dell'agricoltura, che perde la capacità di rifornire i mercati. Altra questione che determinò a lungo andare un decadimento economico fu l'importazione di prodotti di lusso dall'oriente. Questa continua fuoriuscita del metallo prezioso determinava una rarefazione all'interno dell'impero con l'inizio di una spirale perversa di un peggioramento del fino nel conio, e corrispondentemente l'inflazione, maldestri tentativi di imporre calmieri, il più celebre quello di Diocleziano sempre elusi dalla speculazione.
Quando Costantino trasformò Bisanzio in una nuova capitale, Roma cessò di essere il centro economico dell'impero. La nuova Roma, chiamata a giusto titolo Costantinopoli, fu dal punto di vista economico, molto più vivace della prima. Non solo luogo del consumo, ma autentica capitale dei traffici e delle produzioni, mantenne questo ruolo, sia pure tra infinite vicessitudini, per un periodo di 1.000 anni, fino alla caduta per mano turca nel 1453, in periodo quindi molto più lungo dello splendore economico e politico di Roma.
Andrea D.C.
Economia dell'impero romano
L'economia dell'impero romano era basata essenzialmente sulle conquiste militari: infatti con la loro conclusione, l'impero entra in un periodo di grave crisi.
Si raccolsero nell’Urbe decine di migliaia di antichi contadini combattenti che le guerre successive avevano privato della terra, ma che combattendo avevano confermato i propri diritti politici, tanto da essere in grado di vendere i propri voti in cambio, come predica l’antico adagio di “panem et circenses”.
Al tempo del proprio splendore Roma giunse ad importare 3,5 milioni di quintali di frumento, per l’epoca quantità astronomica. L'immensa quantità del frumento importato da Roma proveniva da una pluralità di province, Sicilia, Sardegna, province asiatiche e africane, ma il perno dell'approvvigionamento era costituito dall'Egitto, che soddisfaceva oltre metà del fabbisogno. Il decadimento dell'economia imperiale è parallelo alla progressiva decadenza dell'agricoltura, che perde la capacità di rifornire i mercati. Altra questione che determinò a lungo andare un decadimento economico fu l'importazione di prodotti di lusso dall'oriente. Questa continua fuoriuscita del metallo prezioso determinava una rarefazione all'interno dell'impero con l'inizio di una spirale perversa di un peggioramento del fino nel conio, e corrispondentemente l'inflazione, maldestri tentativi di imporre calmieri, il più celebre quello di Diocleziano sempre elusi dalla speculazione.
Quando Costantino trasformò Bisanzio in una nuova capitale, Roma cessò di essere il centro economico dell'impero. La nuova Roma, chiamata a giusto titolo Costantinopoli, fu dal punto di vista economico, molto più vivace della prima. Non solo luogo del consumo, ma autentica capitale dei traffici e delle produzioni, mantenne questo ruolo, sia pure tra infinite vicessitudini, per un periodo di 1.000 anni, fino alla caduta per mano turca nel 1453, in periodo quindi molto più lungo dello splendore economico e politico di Roma.
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