lunedì 3 novembre 2008

La caccia

Facendo riferimento all’argomento dell’abolizione dei limiti della caccia, legge proposta e discussa nella lezione di geografia, pubblico un’introduzione sulla caccia e un approfondimento su alcuni suoi aspetti.

Martín

La caccia
La caccia è la pratica di catturare o uccidere animali, generalmente selvatici, per procurarsi cibo, pelli o altre materie o per scopo ricreativo.
Fu certamente una fonte primaria di sostentamento in periodi dell'evoluzione umana, prima della nascita dell'allevamento e dell'agricoltura, quando l'uomo era cacciatore-raccoglitore. Ancora oggi la caccia (nella forma della pesca) rappresenta la fonte principale di proteine nell'alimentazione di molte comunità, soprattutto nei paesi più poveri.
Nei paesi industrializzati ha perso il ruolo di sostentamento, diventando una attività principalmente ricreativa oppure con lo scopo di commerciare il prodotto ottenuto. La parola "caccia" si riferisce generalmente a un'attività approvata dalla legge; “bracconaggio” è la caccia fatta in modi che la rendono illegale.
In Italia, Stati Uniti e in molti paesi occidentali, guardie forestali ed ecologi partecipano alla scrittura delle norme di regolamentazione della caccia in modo che i metodi permessi garantiscano il preservamento della fauna selvatica.
La cattura di pesci (pesca subaquea) non viene considerata un tipo di caccia dato che la cattura di animali con trappole, oltre a essere generamente proibita, viene solitamente considerata un'attività diversa dalla caccia.

La caccia nelle società agricole e pastorali
Così come l'agricoltura e l'allevamento ebbero una maggiore diffusione, la caccia mantiene un ruolo importante nella cultura, dato che quando essa smise di essere una necessità di sopravvivenza per diventare un fenomeno sociale, si divise in due specialità: la caccia professionale, svolta con gli elementi e l’allenamento necessari; la caccia a scopo ludico, praticata specialmente dalle classi sociali più elevate.
Nell’Europa medievale l’aristocrazia e il clero, avevano come privilegio il diritto esclusivo di cacciare in alcune zone del territorio feudale. In questa epoca la selvaggina (ogni genere di fauna selvatica che è obiettivo dei cacciatori) era ancora una fonte importante di cibo e pelliccia, ricercata solo da cacciatori professionisti. La violazione di questo privilegio era considerata un’offesa criminale, che veniva comunicata. La caccia, solitamente a cavallo, di animali pericolosi, prese il posto dei tornei medievali diventando un passatempo nel quale essi potevano esaltare le propie abilità di guerra in tempi di pace.

La caccia con i cani
Nessuna delle varie specie animali addestrate per la caccia ha mai avuto un'importanza paragonabile a quella dei cani. Dopo l'addomesticazione, il cane perde la propria indipendenza di evoluzione diventando un aiuto prezioso per la caccia. I cani da caccia moderni sono il risultato di millenni di selezione genetica ad un livello che è unico nel sue genere.
Il loro utilizzo risale a moltissimi anni fa, la stessa parola caccia deriva dal greco kynègia derivata da kynos, cioè cane. Nell'impero ottomano 33 o 34 delle 196 compagnie di Giannizzeri (fanteria della guardia personale del sultano ottomano) erano Sekban (custodi dei cani).
Oggi, sono usati per inseguire o riportare la preda e a volte per ucciderla. Esistono ancora innumerevoli tipi di caccia che si avvalgono dell'ausilio del cane. I cacciatori vengono aiutati dal loro olfatto per inseguire e uccidere prede che risultano molto difficili o pericolose da cacciare.

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